
I vigneti e le pratiche colturali


vigneti del Castello di Montepò occupano 55 ettari dei complessivi 600 della Tenuta. Il Sangiovese Grosso BBS11, proprietà esclusiva della famiglia Biondi Santi, occupa oltre l’ 85% dei suoli vitati, mentre nel restante crescono e maturano altre due varietà internazionali, anch’esse a bacca rossa, il Cabernet Sauvignon e il Merlot. Nel vigneto viene adottato un sistema di allevamento a cordone speronato singolo su piante che hanno un’età media di circa 20 anni. Lo staff agronomico dell’azienda, grazie ad un sistema di monitoraggio che fa uso di un impianto di centraline collocate nei vigneti, è costantemente informato sui parametri che regolano lo sviluppo vegeto produttivo delle piante.
questi dati e studi, si aggiungono quelli fondamentali sul suolo. I terreni argilloscisti di origine eocenica dove crescono le viti del Castello di Montepò, dopo essere stati valutati e misurati da un pool di professori delle Università di Pisa e Firenze, sono stati giudicati ideali alla coltivazione del clone di Sangiovese Grosso BBS11, patrimonio esclusivo della famiglia Biondi Santi che, oltre un secolo e mezzo fa, dette i natali al Brunello di Montalcino. Oltre agli aspetti geologici e orografici, gli studi microzonali si sono concentrati anche sugli indici vegetativi e sulle caratteristiche del microclima, raggruppando una quantità significativa di dati – aggiornati di anno in anno – che hanno condotto tutti alla stessa conclusione: è in queste colline che l’identità dei vini della famiglia Biondi Santi avrebbe mantenuto la propria essenza. Dopo aver a lungo difeso le terre degli uomini, il Castello di Montepò è oggi custode della grande tradizione enologica che il nome di Jacopo Biondi Santi rappresenta, punto di riferimento per uno stile enologico e una ricercata finezza che hanno segnato la supremazia del Sangiovese Grosso tra i vini d’eccellenza assoluta.

e colline che compongono la Tenuta del Castello di Montepò sono l’esempio perfetto di cosa significhi, per un terreno, avere una profonda vocazione viticola. Geologicamente, infatti, i vigneti dell’azienda ricadono su suoli di origine marina del Flysch, una successione di rocce sedimentarie clastiche, di origine eoceniche, costituita da alternanze cicliche di livelli di arenaria, argilla e marna. Questi elementi concorrono a rendere i terreni magri e ricchi di scheletro, a cui si aggiungono, proprio sotto il Castello, intrusioni di arenarie compatte calcarifere di tipo pietraforte. Un patrimonio di elementi minerali e di fisica dei suoli che rende la Tenuta del Castello di Montepò un unicum di particolare rilevanza, in grado di caratterizzare profondamente la fisiologia della vite ed il suo adattamento all’habitat in regime di arido-coltura.


er produrre vini di qualità superiore è necessario che ogni elemento che concorre allo sviluppo vegeto-produttivo delle piante, tra terra e aria, subisca il minor numero di interventi possibile. Un fine enologico che Jacopo Biondi Santi ha perseguito applicando nei vigneti della Tenuta di Castello di Montepò un regime che ricerca equilibrio e naturalità, centrato sui principi applicativi dell’aridocoltura. Razionalizzando e ottimizzando tutte le risorse idriche naturali disponibili, viene preservata l’integrità varietale delle piante, favorendo così una produzione quantitativamente contenuta ma di qualità elevata grazie alla maggior concentrazione di sostanze fondamentali come gli zuccheri e alcuni peculiari sostanze aromatiche contenute nelle bucce. E’ nella dimensione dell’acino e nel rapporto buccia/polpa che, soprattutto, nelle uve a bacca rossa, si determina il risultato più importante, premessa necessaria al raggiungimento di quell’eccellenza produttiva che ha distinto e definito la reputazione produttiva di Castello di Montepò e di una famiglia. Piante in equilibrio, perfettamente integrate all’habitat naturale preesistente e la stessa composizione fisica oltre che minerale dei suoli, sono determinanti nel definire il valore enologico dei vini prodotti da Jacopo Biondi Santi.

vigneti del Castello di Montepò occupano 55 ettari dei complessivi 600 della Tenuta. Il Sangiovese Grosso BBS11, proprietà esclusiva della famiglia Biondi Santi, occupa oltre l’ 85% dei suoli vitati, mentre nel restante crescono e maturano altre due varietà internazionali, anch’esse a bacca rossa, il Cabernet Sauvignon e il Merlot. Nel vigneto viene adottato un sistema di allevamento a cordone speronato singolo su piante che hanno un’età media di circa 20 anni. Lo staff agronomico dell’azienda, grazie ad un sistema di monitoraggio che fa uso di un impianto di centraline collocate nei vigneti, è costantemente informato sui parametri che regolano lo sviluppo vegeto produttivo delle piante.

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Aquesti dati e studi, si aggiungono quelli fondamentali sul suolo. I terreni argilloscisti di origine eocenica dove crescono le viti del Castello di Montepò, dopo essere stati valutati e misurati da un pool di professori delle Università di Pisa e Firenze, sono stati giudicati ideali alla coltivazione del clone di Sangiovese Grosso BBS11, patrimonio esclusivo della famiglia Biondi Santi che, oltre un secolo e mezzo fa, dette i natali al Brunello di Montalcino. Oltre agli aspetti geologici e orografici, gli studi microzonali si sono concentrati anche sugli indici vegetativi e sulle caratteristiche del microclima, raggruppando una quantità significativa di dati – aggiornati di anno in anno – che hanno condotto tutti alla stessa conclusione: è in queste colline che l’identità dei vini della famiglia Biondi Santi avrebbe mantenuto la propria essenza. Dopo aver a lungo difeso le terre degli uomini, il Castello di Montepò è oggi custode della grande tradizione enologica che il nome di Jacopo Biondi Santi rappresenta, punto di riferimento per uno stile enologico e una ricercata finezza che hanno segnato la supremazia del Sangiovese Grosso tra i vini d’eccellenza assoluta.
Le colline che compongono la Tenuta del Castello di Montepò sono l’esempio perfetto di cosa significhi, per un terreno, avere una profonda vocazione viticola. Geologicamente, infatti, i vigneti dell’azienda ricadono su suoli di origine marina del Flysch, una successione di rocce sedimentarie clastiche, di origine eoceniche, costituita da alternanze cicliche di livelli di arenaria, argilla e marna. Questi elementi concorrono a rendere i terreni magri e ricchi di scheletro, a cui si aggiungono, proprio sotto il Castello, intrusioni di arenarie compatte calcarifere di tipo pietraforte. Un patrimonio di elementi minerali e di fisica dei suoli che rende la Tenuta del Castello di Montepò un unicum di particolare rilevanza, in grado di caratterizzare profondamente la fisiologia della vite ed il suo adattamento all’habitat in regime di arido-coltura.
Per produrre vini di qualità superiore è necessario che ogni elemento che concorre allo sviluppo vegeto-produttivo delle piante, tra terra e aria, subisca il minor numero di interventi possibile. Un fine enologico che Jacopo Biondi Santi ha perseguito applicando nei vigneti della Tenuta di Castello di Montepò un regime che ricerca equilibrio e naturalità, centrato sui principi applicativi dell’aridocoltura. Razionalizzando e ottimizzando tutte le risorse idriche naturali disponibili, viene preservata l’integrità varietale delle piante, favorendo così una produzione quantitativamente contenuta ma di qualità elevata grazie alla maggior concentrazione di sostanze fondamentali come gli zuccheri e alcuni peculiari sostanze aromatiche contenute nelle bucce. E’ nella dimensione dell’acino e nel rapporto buccia/polpa che, soprattutto, nelle uve a bacca rossa, si determina il risultato più importante, premessa necessaria al raggiungimento di quell’eccellenza produttiva che ha distinto e definito la reputazione produttiva di Castello di Montepò e di una famiglia. Piante in equilibrio, perfettamente integrate all’habitat naturale preesistente e la stessa composizione fisica oltre che minerale dei suoli, sono determinanti nel definire il valore enologico dei vini prodotti da Jacopo Biondi Santi.
UNA STORIA DEL VINO
Al Castello di Montepò, Jacopo Biondi Santi è stato capace di valorizzare tutte le grandi potenzialità di un territorio storicamente vocato alla produzione di uve d’eccellenza.